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luoghi insoliti e curiosi
Graziella Martina
Parigi
di
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XII arrondissement

Bacino dell’Arsenale
Boulevard de la Bastille
Métro Bastille

Fra piazza della Bastiglia e la Senna c’è il bacino dell’Arsenale ed è interessante fermarsi ad osservare il funzionamento della chiusa che collega il canale Saint-Martin con il fiume. In alternativa, si può fare una bella passeggiata tra i fiori e gli alberi del giardino e scrutare in direzione del canale sotterraneo, che passa sotto alla piazza e sotto a boulevard Richard-Lenoir.
Orologio trompe-l’oeil
Métro Faidherbe-Chaligny

Uno dei padiglioni dal tetto di zinco che sorgono nell’impasse piena di verde al n° 18 di rue de Reuilly è sormontato da un lucernario, su cui è dipinto, in trompe-l’oeil, un orologio che segna le 17.07. Al n° 83 c’è l’impasse Mousset, sulla quale si affacciano alcuni vecchi atelier. Uno di essi ha un’insegna arrugginita, coperta di glicini, con la scritta Hôtel-Vins-Liqueurs.
Coulée verte
Avenue Daumesnil
Métro Gare-de-Lyon, Ledru-Rollin, Dugommier, Daumesnil

Il percorso pedonale della coulée verte – il nome indica lo stretto sentiero attraverso il quale il cervo guadagna il suo recesso – comincia dietro ai magazzini degli scenari dell’Opéra e corrisponde all’antico viadotto della ferrovia che collegava piazza della Bastiglia con La-Varenne-Saint-Maur. Il treno portava i parigini al Bois de Vincennes o sulle rive della Marna, per trascorrervi la domenica. La sede dei binari è stata asfaltata e ricoperta in certi tratti da un pergolato che forma una galleria vegetale, mentre i lati sono ricoperti da zolle erbose con aiuole, cespugli fioriti, piccole fontane, tigli, aceri e molte panchine.
Le arcate sottostanti sono chiuse da grandi vetrate e ospitano degli ateliers legati ad attività artistiche. La rampa di accesso alla passeggiata è situata all’angolo delle avenues Ledru-Rollin e Daumesnil. Il viadotto termina al giardino di Reuilly, dove una passerella di legno consente di passare nella promenade plantée, una passeggiata in mezzo al verde, che passa sotto a un tunnel per tornare alla luce all’altezza di rue Sibuet. Passa anche sotto al boulevard Soult per arrivare al boulevard de la Guyane.
 
Cimitero di Picpus
Rue de Picpus, 35
Métro Picpus
 
Fino al 1860, Picpus era il nome di un antico villaggio a est della capitale. Dopo l’annessione a Parigi, esso si è trovato incorporato nel XII arrondissement. Il cimitero si trova oggi sul terreno della congregazione delle suore del Sacré-Coeur de Jésus et de Marie et de l’Adoration perpetuelle du Très Saint-Sacrement de l’Autel. Nel 1794, in fondo al giardino del convento occupato allora delle canonichesse di Sant’Agostino sono state sepolte le 1306 persone ghigliottinate fra il 13 giugno e il 28 luglio sulla piazza del Trono, che, sotto al terrore, era stato ribattezzato du Trone-Renversé, attuale place de la Nation. Nelle fosse comuni è stato seppellito anche Andrea Chénier, che dapprima si era entusiasmato per la Rivoluzione, poi ne aveva condannato gli eccessi, scrivendo articoli contro Brissot e Marat. Per questo era stato condannato a morte e giustiziato il 25 luglio. Nel 1796, la principessa di Hohenzollern, sorella di una delle vittime ghigliottinate, ha acquistato il terreno dove c’erano le fosse comuni e nel 1803 è stata installata l’attuale congregazione.
 
Sulla tomba del generale Lafayette, l’ufficiale e uomo politico francese (1757-1834) che si è messo in luce aiutando i coloni degli Stati Uniti a guadagnare la loro indipendenza e che, di ritorno in patria, ha giocato un ruolo di primo piano durante i primi anni della Rivoluzione, come capo della guardia nazionale, che ha contribuito all’avvento al trono di Luigi Filippo, per diventarne poi oppositore, sventola la bandiera degli Stati Uniti. Essa ha continuato a sventolare anche durante la seconda guerra mondiale, quando Parigi era occupata dai Tedeschi. Ogni anno, il 4 luglio, anniversario della proclamazione dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America, avvenuta nel 1776 e festa nazionale del paese, qui ha luogo una cerimonia alla presenza dei diplomatici americani di stanza a Parigi.
 
Parc de Bercy
Métro Bercy
 
“Profondes joies du vin, qui ne vous a connues?” ha scritto Baudelaire. E ogni tipo di vino - bouqueté, fruité, gouleyant, rond, apre, rapeux, capiteux, fort, genereux, clairet, léger, moelleux, sec, doux, sucré…- è passato di qui, in questo parco, che in alcuni angoli conserva tracce del suo passato mercantile, compreso un tratto di canale che si allarga a formare un laghetto. Il ‘prezioso nettare’ veniva scaricato dalle péniches, le grosse chiatte a fondo piatto usate sulla Senna per trasportare i rifornimenti per la città e trasferito su binari, ancora visibili, nelle grosse botti di legno allineate nelle fresche e scure cantine, adibite a questo scopo.
 
La viticoltura è stata ed è molto importante in Francia. Da Carlo Magno, che ha avuto a cuore le sorti della viticoltura e dell’enologia, al periodo della Rivoluzione, quando si è dato impulso agli studi agronomici nel campo vitivinicolo, la ricerca è andata avanti, con una fioritura di opere di viticoltura, di ampelografia (dal greco ampelos, vite: descrizione e classificazione della vite nelle sue specie e varietà coltivate) e di enologia. Si parla altrove dei contributi di Pasteur alla conoscenza scientifica dei fenomeni della fermentazione vinaria, ma sulla coltura della vite e sull’arte di fare il vino ve ne sono molti altri, raccolti nel grande Dictionnaire d’Agriculture del Rozier. E proprio a Parigi, per opera del botanico L. Bose, è stata istituita la prima grande collezione ampelografica.
 
A testimonianza del passato di Entrepôt des vins di questo parco rimangono i vecchi edifici che fungevano da magazzini e ospitavano le botti, un tratto di pavé (parola derivante dal latino pavire, che vuol dire battere, colpire) solcato dalle rotaie della ferrovia, situate vicino all’ingresso di rue Joseph Kessel, e dei resti di muro con arcate. Non c’è più traccia dell’antico castello e della grande tenuta che lo circondava. Nel giardino che sorge al suo posto vi sono molti grandi alberi centenari, un boschetto di betulle e un jardin potager, cioè un orto, un verger, un frutteto e alcune vigne. Ci sono anche un roseto e un giardino di erbe aromatiche, che trasportano in un universo profumato. L’edificio principale è adibito a mostre. Vi sono anche visite guidate.
Al n° 50 di rue de Bercy c’è l’edificio di Frank Gehry, che fino al 1995 ospitava il Centro Culturale Americano. Con la sua facciata anteriore sobria e quella posteriore scomposta, con frammentazioni e giustapposizioni di forme che riflettono il continente americano, è un bell’esempio di architettura contemporanea.
Bastione n° 1
Boulevard Poniatowski, vicino alla rue Robert-Etlin
Métro Porte de Charenton
 
Il bastione n° 1 è una delle ultime opere di fortificazione, costituite da una massa di terra incamiciata di mattoni o di pietre, che erano disposte agli angoli dei recinti delle fortezze, con l’angolo saliente verso l’esterno.
Da boulevard Poniatowski c’è un viale lastricato che scende verso il bastione, un poligono lungo un centinaio di metri, sormontato da una casamatta con numerose feritoie, dalla cui cima si può ammirare la Senna. All’ingresso della circonvallazione sono visibili alcuni resti della cortina della fortificazione, alta quasi cinque metri, che collegava fra di loro i bastioni.
 
Ai confini del regno
Rue de Charenton, 304
Métro Dugommier
 
“1726. Bornes de limites du règne de Louis XV de par le Roy. Défenses expresses sont faites de batir depuis les présentes bornes et limites jusqu’au plus prochain village aux peines portées par les déclarations de sa Majesté des années 1724. 1726.” (1726. Cippo di confine del regno di Luigi XV da parte del Re. È fatto espresso divieto di costruire oltre questo limite fino al villaggio più vicino, per non incorrere nelle penalità contenute nelle dichiarazioni di Sua Maestà degli anni 1724. 1726). Metà di questa scritta si trovava su di una targa scoperta nel 1910 dallo storico Lucien Lambeau nel retrobottega di un negozio di colori. La targa era stata installata il 29 dicembre 1727 all’angolo di rue Picpus e di rue de Lamblardie, oltre il quale c’era il bosco. Dopo essere stata ricostruita nella parte mancante, la lastra, che per alcuni anni era stata apposta al n° 302 – la casa dove nel 1715 aveva trovato rifugio il famoso bandito Louis Dominique Cartouche, capo di una banda di ladri, morto nel 1721, sottoposto al supplizio della ruota – si trova adesso nel suo luogo d’origine.

Centro buddista del Bois de Vincennes
Route de Ceinture-du-lac Daumesnil, 40
Métro Porte-Dorée
 
Appena usciti dal Métro, si vede la montagnola artificiale che sorge all’interno dello zoo, costruita 60 anni fa, all’inaugurazione, dalla cui cima si può vedere Parigi.
I seguaci delle dottrine morali e filosofiche predicate dal principe Gotama, vissuto in India nel VI-V secolo, in Francia sono abbastanza numerosi. Nella parte settentrionale del Bois de Vincennes c’è un centro buddista tibetano, al cui ingresso c’è un gruppo statuario scolpito dal giapponese Yazaki.
Il centro, che sorge sulla Route circulaire du lac Dumesnil, comprende un tempietto coloratissimo e due costruzioni provenienti dall’Esposizione coloniale del 1931. Il padiglione più grande, sulla sinistra, contiene una imponente statua di Buddha il Risvegliato ed era il padiglione del Togo, lo stato dell’Africa occidentale che si affaccia sul golfo del Benin. Qui si tengono sedute di meditazione (vedere gli orari nella bacheca all’ingresso, che contiene anche i temi affrontati il week end) L’edificio più piccolo, di fianco, era il padiglione del Camerun. Il tempio, creato nel 1985, contiene molti simboli legati ai contenuti della religione tibetana. I monaci, cambogiani, laotiani e tibetani recitano i mantra circondati dal profumo d’incenso e accompagnati dal suono del gong. Chi vuole unirsi a loro nella preghiera, nella meditazione, nel raccoglimento e concentrazione spirituale può venire qui. Vi sono anche festival culturali del Tibet e dei popoli dell’Himalaya, concerti per la pace nel mondo, canti e musiche sacre.




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