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luoghi insoliti e curiosi
Graziella Martina
Parigi
di
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XX arrondissement

Edith Piaf, il passerotto di Belleville
Rue de Belleville, 72
Métro Belleville
  
Rue de Belleville è un melting-pot di razze e provenienze. Nel novembre 1966, al n° 72 di questa via è stata inaugurata una targa di marmo che dice: “Sur les marches de cette maison naquit le 19 décembre 1915 dans le plus grand dénuement Edith Piaf dont la voix, plus tard devait enchanter le monde.” (Sui gradini di questa casa, il 19 dicembre 1915, nacque nella più grande povertà Edith Piaf, la cui voce avrebbe, più tardi, incantato il mondo.) Secondo la leggenda, Edith sarebbe nata sui gradini esterni dell’edificio mentre si era in attesa dell’ambulanza. Più probabilmente è nata nell’alloggio al terzo piano, dove viveva la madre Annetta Giovanna, nativa di Livorno. Il nome di Edith per esteso - Piaf, che vuol dire passero, era il suo nome d’arte - era Edith Giovanna Gassion. I genitori erano artisti di strada e il padre, piccolo e minuto come lei, era acrobata e contorsionista.
Edith Piaf è famosa per la sua interpretazione di canzoni d’amore come La vie en rose, Hymne à l’amour e Milord, un personaggio che è esistito veramente. Si chiamava Lord Seymour ed era un dandy eccentrico, dotato di un’eccezionale forza fisica, amante del gioco, dei cavalli e delle donne, fondatore del Jockey Club. Era figlio adottivo ed erede di Richard Wallace, il filantropo inglese che ha ornato Parigi di una decina di fontane ed era stato soprannominato Milord l’Arsouille (arsouille in francese vuol dire mascalzone).
La cantante riposa al Père-Lachaise. Il suo museo, invece, si trova in rue Crespin-du-Gast, 5, Métro Menilmontant.
Le acque di Belleville
Regard Saint-Martin
Rue des Cascades, 42

Molte strade di questo quartiere – Rue de Rigoles, Mare, Cascades, Noues, Duées… - hanno nomi che indicano l’abbondanza di acqua che, in piccoli ruscelli, scendeva lungo il pendio di Ménilmontant e andava a riversarsi nel parco del castello di Bagnolet.  
All’altezza del n° 42 di rue des Cascades c’è una casetta di pietra, ricostruita nel 1804, che ricopre un regard, un pozzetto che raccoglie le acque che un tempo scorrevano all’aperto e che in seguito sono state canalizzate in condotti sotterranei, ricoperti da lastre di pietra. Questa bocca d’acqua, come le altre che si trovano al 213 di rue de Belleville e al 36 di rue de la Mare, è visitabile nelle Journées du Patrimoine.

La campagna a Parigi
Rue Jules-Siegfried, rue Irénée-Blanc, rue Paul-Strauss e dintorni
Métro Porte-de-Bagnolet

Il nome suggestivo di Campagne à Paris, che comprende una novantina di piccole case basse con giardino, dall’aspetto inglese, gli è stato dato dalla società edile che aveva costruito il complesso nel 1906. L’iniziativa è stata di due uomini politici illuminati, Jules Siegfried e Paul Strauss, e di Irénée Blanc, presidente di una società di abitazioni ‘a buon mercato’, che volevano mettere i lavoratori dipendenti in grado di essere proprietari delle case in cui vivevano.  
Rue Irenée-Blanc è una delle più belle. Vi si può arrivare dal boulevard Mortier o da rue Géo-Chavez.
Saint-Germain-de-Charonne
Place Saint-Blaise, 4
Métro Porte-de-Bagnolet

La chiesa di Saint-Germain-de-Charonne, dal grosso campanile con il tetto di ardesia, è la sola, insieme a quella di Montmartre, ad aver conservato il cimitero attiguo. Il camposanto è pieno di alberi e in fondo ad esso c’è la statua curiosa di un uomo abbigliato in un costume stile Primo Impero, con un cappello a tricorno. Nello spazio su cui essa sorge non è sepolto l’uomo che essa raffigura. L’uomo sotto terra, che si faceva passare per Magloire, segretario di Robespierre, in realtà si chiamava Bègue. La statua di bronzo, a grandezza naturale, nella mano destra tiene un bastone da passeggio, nella sinistra un bouquet e pare che sia quella del signor Herbaumont, un mercante di ferraglia.

Giardini nel quartiere Charonne
Métro Porte-de-Montreuil e Porte de Bagnolet  

In questo quartiere poco conosciuto vi sono molti piccoli giardini nascosti. Citiamo il Jardin de la gare de Charonne, il cui ingresso è al 63 di boulevard Davout e, più a nord, il Jardin de l’hospice Debrousse, in rue de Bagnolet.  

Il parco di Belleville
Métro Pyrénées o Couronnes

Il parco di Belleville, creato su un’area di vecchie cave di pietra, è un parco abbastanza recente. Disteso sui fianchi di una collina, ha un ingresso in alto su rue Piat e uno in basso su rue des Couronnes. E’ ricco di alte siepi fiorite, ha un tunnel verde sopra a una lunga scalinata e offre un eccezionale belvedere sulla città. E’ una bellissima scoperta!   
 
Cimitero di Père-Lachaise
Boulevard de Ménilmontant, davanti a rue de la Roquette
Métro Père-Lachaise o Philippe-Auguste
                                                                                                                
Il numero di personaggi illustri che riposano in questo spazio verde di 44 ettari è enorme. Esso è notevole non solo per la sua architettura funeraria, ma anche per le migliaia di alberi che ospita, molti dei quali secolari. Insieme al Bois de Boulogne e de Vincennes, è il più grande spazio verde della capitale e anche per questo ne suggeriamo una visita. Il nome è quello, deformato, di père Francois d’Aix de la Chaize, un eminente prelato, confessore di Luigi XIV. All’inizio dell’800, quando si decise di spostare extra muros i cimiteri, per tracciare il disegno di questa necropoli venne chiamato l’architetto Brongniart, lo stesso della Borsa. Il suo nome iniziale era semplicemente ‘Cimitero dell’est parigino’. Ma poiché esso ospitava anche il confessore del re, gli abitanti continuarono a chiamarlo ‘Cimitero di Père la Chaize’, diventato poi Père-Lachaise.
E’ formato da 97 divisioni, dove riposano, accanto ai grandi nomi della letteratura, della musica, della politica, illustri pittori e botanici. Una delle tombe più visitate è quella di Denizard-Hippolyte-Léon Rivail, conosciuto con lo pseudonimo celtico di Allen Kardec, fondatore della filosofia spiritica. Decine di migliaia di persone di tutto il mondo vengono a pregare sulla sua tomba, a sfiorare con le mani il suo busto di bronzo situato sotto a un dolmen (che per questo motivo è splendente), a chiedergli di entrare in comunicazione con un defunto o di effettuare una guarigione. Sul frontone del dolmen si legge: “Naitre, mourir, renaitre encore, et progresser toujours, telle est la loi.” I romantici vengono a visitare il grandioso sepolcro monumentale in stile gotico, eretto nel XIX secolo per Abelardo e Eloisa. Su un lato si legge la scritta: “Les restes d’ Héloïse et d’Abelard sont réunis dans ce tombeau”. Gli innovatori fanno visita a Yvan Salmon, detto Victor Noir, uno degli scrittori della rivolta che, insieme a Jules Vallès e a Auguste Blanqui ha incarnato lo spirito di rifiuto del dogmatismo e del conformismo, denunciando le storture della società, ucciso nel 1870 con un colpo di pistola da Pietro Bonaparte. Anche Napoleone Bonaparte avrebbe voluto essere sepolto accanto a Masséna e agli altri suoi marescialli, protagonisti di quella grande epopea.
La parte est, chiamata coté Proust, ospita, fra gli altri, Alfred de Musset, Honoré de Balzac, Gérard de Nerval, Guillaume Apollinaire, Gioacchino Rossini e Georges Bizet… La parte ovest, chiamata coté Piaf, ospita Fréderic Chopin, Molière, Jean de la Fontaine, Héloïse et Abelard, Jean-Auguste Ingres, Oscar Wilde, Corot, Yves Montand, Simone Signoret, Jim Morrison…

Telegrafo
Rue du Télégraphe, 40
Métro Télégraphe

Il nome della stazione Métro e quello della via che sale sulla collina di Belleville ci ricordano il legame fra questa altura – con i suoi quasi 130 metri è la seconda in altezza, dopo Montmartre – e il telegrafo. Claude Chappe (1763-1805), ingegnere francese che si occupava di fisica e, in particolare, di elettricità, fra il 1790 e il ’92 mise a punto un sistema di trasmissione di segnali per grandi distanze. Si serviva di torri munite di lunghe braccia portanti delle pale variamente orientabili, che aveva fatto installare proprio su questa collina. Purtroppo, nel quartiere si sparse la voce che i suoi apparecchi servissero a inviare segnali segreti a Luigi XVI e alla famiglia reale, allora imprigionata nella torre del Temple. La folla inferocita prese d’assalto i suoi macchinari e li distrusse. Chappe riuscì a scappare e a mettersi in salvo. Nel 1793, la sua invenzione fu adottata dallo stato francese ed egli fu chiamato a dirigere il servizio telegrafico che dal settembre 1794 cominciò a trasmettere fra Lille e Parigi. In seguito furono impiantate linee anche con l’Italia del nord, in particolare con Torino, Milano e Venezia.
La via intitolata all'inventore del telegrafo si trova invece nel 18° arrondissement.

 
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