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luoghi insoliti e curiosi
Graziella Martina
Parigi
di
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XIII arrondissement
 
Cité fleurie
Città fiorita
Boulevard Arago, 65
Métro Glacière
 
Grazie alla battaglia condotta dai difensori dei Monuments historiques e sites pittoresques, la Cité fleurie, composta da due file di case di legno, che ospitano una trentina di ateliers e abitazioni di artisti, è sopravvissuta alla demolizione. I materiali di costruzione, portati in questo luogo che era un terreno abbandonato, provengono dall’Esposizione universale del 1878. Paul Gauguin ha abitato qui prima di iniziare il suo vagabondaggio, che lo ha portato in Bretagna, ad Arles, in Polinesia e infine alle isole Marchesi. Vi ha vissuto anche lo scultore César Domela, autore dell’opera che si trova nel vicino Jardin Arago. Quando il tempo è bello gli artisti sono al lavoro in giardino.
Manifatture reali Gobelins
Rue Gobelins, 3 bis
Métro Gobelins

Sulla facciata dell’edificio delle manifatture Gobelins si legge l’iscrizione :“Jean et Philibert Gobelin, marchands teinturiers en écarlate, qui ont laissé leur nom à ce quartier de Paris et à la manifacture des Gobelins, avaient ici leurs ateliers sur les bords de la Bièvre à la fin du XV siècle » (Jean e Philibert Gobelins, tintori di scarlatto - lo scarlatto era un colore rosso vivo, ricavato dalla coccinella, che si chiamava écarlate des Gobelins- che hanno legato il loro nome a questo quartiere di Parigi e alla manifattura Gobelins, avevano qui i loro ateliers sui bordi della Bièvre alla fine del XV secolo.) Rue de Bièvre, porta questo nome dal 1636. Nel 1443 Jean Gobelin, di origine fiamminga, aveva affittato in rue Mouffetard una casa con l’insegna del cigno, che aveva la parte posteriore affacciata sulla Bièvre. Nel 1600, i Gobelins, insieme ai tappezzieri Canaye, hanno cominciato a fabbricare degli arazzi negli ateliers che ospitavano bons peintres, maitres tapissiers et teinturiers”, facendo crescere negli anni la propria fama.
In fondo al cortile del 3 bis c’è un bell’edificio che apparteneva al collezionista d’arte Jean de Jullienne, mecenate e protettore di Jean-Antoine Watteau (1684-1721), il pittore delle atmosfere incantate e malinconiche – come nei quadri I piaceri del ballo e Riunione in un parco - care ai romantici come Baudelaire e Verlaine
Nel cortile si vedono i resti dell’orangerie – nome che all’origine indicava la serra dove si mettevano gli agrumi d’inverno, diventata poi un luogo di ritrovo – in cui si svolgevano mostre di pittura.
Tempio cantonese
Rue du Disque, 37
Métro Tolbiac, Porte d’Ivry

Avenue d’Ivry può essere considerata la Chinatown parigina ed è animata da un movimento incessante di merci e di casse in ogni direzione. Nel parcheggio sotterraneo del centro olimpico si trova un tempio, aperto nel 1988, a cui si può accedere da rue du Disque o dal n° 70 di avenue d’Ivry (sovrastato da una grande insegna verde con la scritta Bowling et Billards).
L’interno è pervaso dal profumo d’incenso ed è decorato con lanterne e tessuti ricamati, riproducenti i fatti quotidiani. Vi sono tre Buddha: uno, piccolo, posto di fronte all’ingresso; un altro, dorato e gigantesco, dal viso affilato e dalla lunga barba a punta, posto sotto a un baldacchino rosso; un terzo, collocato fra due muri. Davanti a tutti e tre sono appoggiati degli specchietti rotondi e sui tavoli intarsiati sono appoggiate le offerte.
Se volete inginocchiarvi su uno dei cuscini rossi, potete unirvi ai fedeli nella preghiera e fare offerte di arance, di mele, di banane o di riso. Alcune persone predicono il futuro agitando le bacchette, dette divinatoires, e vi sono degli anziani che spiegano i riti.
Cité verte
Rue Léon-Maurice-Nordmann
Métro Glacière

Il quartiere è formato da una ventina di ateliers occupati da artisti, circondati da alberi, edera e gerani. L’egittomania ha lasciato delle tracce, sotto forma di un bassorilievo egiziano. Ma vi sono anche simboli più occidentali, come la rappresentazione scultorea di un gruppo di ciclisti.
 
Hôtel de la Reine-Blanche
Rue des Gobelins, 17 e 19
Métro Gobelins

Non si conosce la ragione del nome. Nell’hôtel originario, demolito nel 1404, non ha vissuto una regina, ma una contessa, Alix de Méranie di Savoia, morta nel 1279. Anche la nipote, Blanche de Bourgogne, moglie di Carlo IV il Bello, ha abitato qui. L’edificio attuale risale alla fine del XV° secolo ed è stato occupato dalla famiglia Gobelins, che vi aveva installato un laboratorio in cui si tingevano le fibre tessili per gli arazzi e le stoffe.
La facciata del palazzo, che è in stato di abbandono, è a coronamento triangolare e il portico d’ingresso è sormontato da un assito di legno e da travi verticali. La torretta, con il tetto di tegole d’ardesia, ha al suo interno una scala tagliata in un unico tronco di quercia.
 
Ospedale della Pitié-Salpetrière
Boulevard de l’Hopital, 47
Métro Gare d’Austerlitz

Il salpètre, il salnitro, è il componente principale della polvere da sparo, e la Salpetrière, prima di essere un ospedale, era una polveriera. La trasformazione è avvenuta nel 1656, per volere di Luigi XIV, che voleva mettere qui i vagabondi e i mendicanti.
L’edificio più bello è quello dove si fabbricava la polvere da sparo. Una delle costruzioni, detta de la Force, serviva da prigione per le donne che conducevano una vita dissoluta o che avevano infranto la legge, rendendosi colpevoli di reati comuni. Il fabbricato vicino ospitava gli sbirri, che avevano l’incarico di portare qui le prostitute raccolte in strada. Altri tre edifici con seicento celle formavano il quartiere des folles e ci sono ancora le panche a cui si legavano le ricoverate nelle ore d’aria.
Oggi, nei cortili che invitano a passeggiare, ci sono gli anziani che giocano a bocce. La piccola chiesa, con la sua rotonda al centro e le navate separate da quattro cappelle, ha un’architettura originale.
Cité Florale
Rue Brillat-Savarin 36-38 e 50-54
RER Cité Universitaire

La Cité florale, la città floreale, sorge su un’area dove un tempo c’era uno stagno. La piccola distesa d’acqua è stata coperta, ma il terreno non era abbastanza solido per reggere degli edifici alti. Così, alla fine degli anni ’20, sono state costruite queste piccole case. Le vie e le piazze su cui si affacciano hanno tutte nomi di fiori: rue des Orchidées, rue des Glicines, rue des Liserons, rue des Iris, rue des Volubilis, Square des Mimosas...

Parco Kellerman
Métro Porte-d’Italie

Il grande parco Kellerman, che ricopre l’antico corso della Bièvre, piccolo affluente della Senna, risale agli anni ’30. Sull’altro lato del boulevard Kellerman c’è il Jardin du Moulin de la Pointe, un piccolo parco con alcuni specchi d’acqua. Oltre il cimitero di Gentilly, vicino allo stadio Sebastien Charléty, c’è il giardino Jean-Claude-Nicolas Forestier dall’aspetto mediterraneo.
Square René-Le-Gall
Métro Gobelins

Il parco di 3 ettari e mezzo, che sorge vicino alle manifatture Gobelins, è stato aperto nel 1938. Esso corrisponde in gran parte ai terreni un tempo concessi agli operai della manifattura per coltivare i propri orti. Ha una vegetazione lussureggiante, dei grandi pioppi e un architettura tipica degli anni ’30. Vicino all’edificio del Mobilier National vi sono quattro gloriettes, dei padiglioni ornati di rose rampicanti dall’intenso profumo.

Butte-aux-Cailles
Métro Corvisart

La collina di 64 metri porta il nome dalla famiglia Caille, che ne era proprietaria. Come testimoniano le vie del Moulinet e del Moulin-de-la-Pointe, su di essa sorgevano molti mulini a vento. Il suolo era poco solido, a causa delle antiche cave, e questo l’ha preservata dalle costruzioni gigantesche, effettuate soprattutto negli anni ’60, e le ha fatto conservare il suo aspetto di paese, con il fascino delle piccole strade su cui si affacciano case basse. La mairie ha contribuito a migliorarla, piantando alberi, installando panchine e réverbères à l’ancienne, i lampioni vecchio stile. Una passeggiata in rue de la Butte-aux-Cailles e nelle viuzze vicine è insolita e permette di conoscere un quartiere che ha saputo conservare tutta la sua autenticità.

Parc de Choisy
Métro Place d’Italie o Tolbiac

Gli anni ’30 sono stati un periodo di rinnovamento nell’arte dei giardini. Il parco di Choisy è stato creato nel 1937 ed ha un’architettura tipica del periodo, con spazi aperti alternati a luoghi più nascosti e protetti da una vegetazione lussureggiante.


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