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luoghi insoliti e curiosi
Graziella Martina
Parigi
di
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XVII arrondissement

Square des Batignolles
Métro Wagram
 
Place du Dr. Lobligeois, posta al centro del quartiere, sembra la piazza di un paesino e la sua chiesa, dedicata a St. Marie des Batignolles, ha una doppia cupola. Attraverso all’apertura di quella inferiore si vede il gruppo scultoreo dell’Assunzione, con gli angeli che circondano la Vergine in un trionfo di azzurro.
Dietro la chiesa c’è un giardino che ospita il busto del poeta parnassiano Léon Dierx. Prima del 1876, esso era un deposito per i materiali delle demolizioni. La prima domenica dopo il 15 agosto c’era la festa del villaggio e per quindici giorni le strade erano rallegrate da acrobati, maghi e giocolieri.

Cimitero di Batignolles
Rue Pierre Rebière, Rue Saint-Just
Métro Porte-de-Clichy

Il cimitero di Batignolles è un parco di 10 ettari aperto nel 1833, che ospita un migliaio di ippocastani e di castagni imponenti. Fra le sue aiuole fiorite e ben curate scopriamo le tombe di molti poeti, cantanti, chansonnier e uomini politici, che hanno trovato qui l’eterno riposo. Fra i poeti c’è Paul Verlaine, sepolto insieme ai suoi genitori, con il nome in evidenza a lettere dorate. Poi ci sono André Breton (1896-1966), lo scrittore che ha definito i fondamenti del surrealismo in due Manifesti; Feodor Chaliapine (1873-1938), il cantante lirico russo con voce di basso, famoso per la sua interpretazione del Boris Godunov; Edouard-Jean-Vuillard (1868-1940), il pittore francese membro del gruppo dei nabis (profeti), che, ispirandosi a Gauguin e all’estetica simbolista, hanno rivoluzionato le tecniche decorative.
Hôtel Gaillard
Place du Général-Catroux, 1
Métro Malesherbes
 
L’Hôtel Gaillard era la residenza del barone Emile Gaillard, banchiere di Grenoble e Reggente della Banca di Francia. L’edificio, progettato dall’architetto Victor-Jules Février, è del 1884 ed è una copia dell’ala destra Luigi XII del castello di Blois. Nelle numerose nicchie e aperture, il banchiere aveva collocato delle sculture, dei quadri del ‘600 e dei magnifici mobili provenienti dal castello d’Issogne, in valle d’Aosta.
Alla morte del banchiere è stato tutto venduto. La banca di Francia ha fatto rivestire di legno i muri interni e ha lastricato il cortile interno di marmo nero. Nel sottosuolo ha fatto costruire una sala per la cassaforte, protetta da un fossato pieno d’acqua. Si diceva che, per proteggere meglio i soldi, la notte vi venissero liberati i coccodrilli.
La sontuosa facciata del palazzo ha delle G nei lucernari del tetto. I tubi a tortiglione con la nervatura dorata sono i canali di scarico delle acque pluviali. Il doccione, cioè il tubo di scarico della grondaia, raffigura una figura demoniaca con la bocca aperta.
Oggi l’edificio ospita una succursale della Banca di Francia. Vi si entra, come in qualsiasi altra banca, premendo un pulsante e aspettando l’apertura delle doppie porte. Davanti alla prima rampa di scale, c’è una Madonna con bambino e un giglio, simbolo della Francia. Il salone al primo piano ospita tutti gli sportelli della banca e vale assolutamente una visita.
 
Una cappella reale
Boulevard d’Aurelle-de-Paladines, 2
Métro Porte Maillot
 
E’ stata fatta costruire da Luigi Filippo in memoria del figlio Ferdinando d’Orléans, morto il 13 luglio 1842 per un incidente occorso alla vettura su cui viaggiava. All’origine, la cappella sorgeva nel luogo in cui il principe era spirato, il retrobottega di un droghiere. Oggi, lì c’è il Palazzo dei Congressi e l’edificio è stato smontato e ricostruito nella Place du géneral Koenig, vicino alla Porta des Ternes e vicino alla tangenziale.
Il progetto della cappella a croce greca è di Pierre François Léonard Fontaine, l’importante architetto del Primo Impero, al quale si devono l’apertura di rue de Rivoli, l’arco di trionfo del Carrousel e la Cappella espiatoria eretta nel 1820, sotto la Restaurazione. Il monumento funerario raffigura il principe morente sopra al materasso del droghiere ed è di Ary Scheffer, mentre i cartoni per le vetrate, affidate alle manifatture di Sèvres, sono stati disegnati da Jean-Auguste Dominique Ingres. I visi dei santi hanno i tratti dei membri della famiglia reale: il Cristo è il principe Ferdinando, il santo patrono è il re Luigi Filippo.
Nei mesi di agosto e settembre, nella chiesa parrocchiale Notre-Dame de Compassion, di cui la cappella fa parte, si tengono concerti.
 
Cour Saint- Pierre
Avenue de Clichy, 47
Métro La-Fourche

L’insegna arrugginita dei Fabricants de Pelles et Pétrins (Fabbricanti di Pale e Impastatrici) è ancora visibile, sotto ai fiori e ai rampicanti che la ricoprono. Non ci sono giardini in questo cortile, ma vasi di piante fiorite, viti del Canada che salgono lungo i muri e glicini che scendono dalle finestre, a formare grandi masse di colore…
Al 28 di via Lemercier, c’è la cité Lemercier, composta da due file di case basse con giardini lungo una via lastricata. Nella stagione di fioritura delle rose, il loro profumo invade l’aria. Nell’Hôtel du Chalet, che sorgeva su questa via, abitava un inquilino famoso: Jacques Brel. Affermatosi in Francia – Jacques Brel era belga - verso la metà degli anni ’50 con canzoni di sapore amaro o sarcastico, egli aveva vissuto qui nei primi anni della sua carriera. Ma questo luogo gli era rimasto nel cuore e la stanza l’ha tenuta, pagando l’affitto pur senza abitarvi, fino alla morte.
Cité des Fleurs
Avenue de Clichy, 154 e Rue de la Jonquière, 59
Métro Brochant
 
Il regolamento obbligava chi veniva ad abitare qui a piantare almeno tre alberi in giardino.
La Città dei Fiori, attraversata da una stradina costruita a metà ottocento, è il risultato di quella saggia disposizione.
Le case, immerse nel verde, hanno differenti ornamenti: medaglioni, corone di foglie (al n° 21), colonne a tortiglione, vetri colorati alle finestre (al n° 33), decorazioni neo renaissance...
 
Château des Ternes
Rue Pierre-Demours, Rue Bayen, 17-19
Métro Ternes
 
Nel ‘400, in questo luogo sorgeva una fattoria fortificata. Nel ‘600 i proprietari, i Ternes, erano stati eletti da Richelieu al rango di signori. Fino al 1778 qui si innalzava un magnifico castello, con mobili preziosi e tappezzerie delle Fiandre, ma in quell’anno la proprietà è stata acquistata da un architetto, che ha venduto tutti i mobili e costruito una nuova via, perforando l’edificio e lottizzando il grande parco. A poco a poco, è cominciata a sorgere Villa des Ternes (ingresso da Rue Guersant, 39, Métro Porte-Maillot), una città privata dall’aspetto provinciale, le cui vie hanno nomi come: Viale della Cappella, delle Arti, del Castello, dei Padiglioni… Alcuni edifici sono in stile Art nouveau, altri, come quello al numero 10 di Avenue de Verzy, dedicato alle belle arti, hanno dei bassorilievi, altri ancora sono ricoperti di mattoni smaltati.
Dell’edificio originario rimangono solo due facciate, un portale e qualche resto sparso sull’erba.
Casa della cultura del Giappone
Quai Branly,101
Métro Bir Hakeim
 
L’antico Giappone è ricco di fatti e leggende che sono gli spunti per l’elaborazione del teatro del no, la complessa forma di spettacolo classico tradizionale composta di canto, recitativo, mimica simbolica e danza, tramandato di generazione in generazione. Esso celebra il patriottismo, la lealtà, l’obbedienza al sovrano e si ispira ai miti e ai fatti eroici ed epici del Giappone antico, creando un’atmosfera in cui sono esaltati i nobili sentimenti. Vi sono circa settanta tipi di maschere, corrispondenti ad altrettanti personaggi. Uno spettacolo comprende di solito cinque drammi, che durano dai 30 ai 45 minuti circa, intervallati da farse. Gli elementi materiali vengono ridotti a indicazioni molto stilizzate e l’attore, con le movenze e il portamento, fa partecipare l’uditorio all’azione. Oggi questo teatro rappresenta una forma di culto del passato, di celebrazione degli aspetti reali ma anche fantastici di un mondo che non esiste più.
La casa della cultura del Giappone è segnalata all’esterno da una lanterna. Ha una ricca biblioteca, con decine di migliaia di libri, riviste e giornali giapponesi a disposizione dei lettori in una sala con vista sulla Senna. Nella sala al piano terra si svolgono seminari e dibattiti.


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